Donnie Darko è un adolescente estremamente intelligente e maturo, ma con problemi comportamentali, e per questo frequenta una terapia psichiatrica e prende dei farmaci, che non lo aiutano comunque per i suoi attacchi di sonnambulismo. Proprio durante uno di questi, sente una voce e incontra Frank, un coniglio gigante che gli predice la fine del mondo. Donnie ne rimane profondamente turbato, ma quando il mattino dopo torna a casa scopre che sulla sua camera è caduto il motore di un aereo, distruggendola, e se si fosse trovato lì sarebbe morto. Così la sua ossessione per il coniglio cresce, e lo inizia a vedere più spesso e incomincia ad assistere a strani fenomeni...
RECENSIONE
Fare una recensione di questo film è dura, molto dura, perché penso sia impossibile descriverlo a pieno in tutte le sue sfaccettature senza risultare un po' pazza o esagerata, ma io ci proverò comunque, sperando di non mettere insieme solo delle frasi ingarbugliate fra loro. Dire che questa pellicola è strana è un eufemismo, perché il messaggio che comunica, se ce n'è uno, non è per tutti, come non è per tutti la visione di Donnie Darko: la sua particolarità, la trama pazzesca ma anche decisamente bizzarra e non di facile assimilazione lo classificano come uno di quei film a cui bisogna dare tanta attenzione e che anche in tal caso non è detto che si riesca a tirarne fuori qualcosa. Il protagonista, Donnie, a causa dei suoi problemi mentali, vede un coniglio dappertutto, che gli suggerisce cose e azioni da fare. Badate bene, non sto parlando di un dolce animaletto, ma di un'impersonificazione umana dell'animale, che viene rappresentato come un uomo con una maschera grottesca e paurosa con le orecchie da coniglio. Ma la piega del film cambia man mano che lo si guarda, trasformandosi in qualcosa di fantascientifico: a un certo punto si inizia a parlare di viaggi nel tempo, di futuro, di navicelle spaziali, di wormhole. Lo so, non è facile da fagocitare, eppure questa pellicola mi ha affascinata in modo viscerale, ha messo sul piatto tante carte, una più vincente delle precedenti, e ha creato attorno al protagonista una storia incredibile e, certo, inverosimile, ma che ha tanto stile. Il protagonista è interpretato da un giovanissimo Jake Gyllenhall, ed è una meraviglia vederlo in uno dei primi film che ha fatto e che lo hanno reso famoso. Sicuramente Donnie non lo si può dimenticare, non dopo aver preso parte ai suoi problemi e alle sue azioni, è un personaggio che incondizionatamente rimane incastrato nella mente per tutte le stranezze che compie e per la sua mania di essere un visionario, il che ha una base di verità, dal momento che il ragazzo, in qualche maniera, riesce a scavare nel tempo e a vedere, senza quasi inizialmente accorgersene, la linea che segna il destino delle persone, il passare del tempo, i fatti che devono ancora accadere e la fine del mondo. Una pellicola molto, molto particolare, che nel tempo è diventata un vero e proprio cult, con un taglio quasi mistico e anticonvenzionale, che vale la pena di vedere, nella speranza che venga capita, perché, come ho accennato prima, non è di facile assimilazione, eppure è quello il bello: riuscire a dare un significato a quello che si vede, pensare, ragionarci su. Merita sicuramente più di una visione!