Dopo diverse gravidanze finite male, Tom e Isabel, i guardiano del faro, si sono quasi arresi al fatto che non diventeranno mai genitori. Un giorno, però, arriva sulla loro spiaggia una barchetta con all'interno un uomo morto e una neonata, e dopo diversi tentennamenti da parte di Tom, la moglie lo convince ad allevare la figlia come se fosse loro, senza denunciarne il ritrovamento, e così comunicano a tutti la nascita della bambina. Grazie all'isolamento e alle rare visite di altre persone, il piano funziona e la bambina cresce felicemente, diventando la loro ragione di vita, almeno finché non scoprono che la vera madre della piccola è viva ed è da anni che invano la cerca.
RECENSIONE
Personalmente ho trovato questo film un po' troppo lungo, ma nulla toglie che sia stato una bella scoperta. La sua caratteristica principale è l'avere una trama delicata, eppure intrisa di una tristezza e una drammaticità uniche, che donano al tutto un alone di nostalgia molto marcato. Le lettere scritte a mano da Tom e Isabel hanno un ruolo decisivo per tutto il corso della pellicola, ed è come se l'imprimere le parole su carta scandisse i tempi e la trama stessa. Prendere un neonato disperso in mare e spacciarlo per proprio, senza avvisare nessuno di quel ritrovamento e quindi senza dare la possibilità a una probabile madre di riprenderlo, è di certo un argomento controverso, che può creare dei dibattiti. Più volte, durante la visione, mi sono domandata cosa avrei fatto io se mi fossi trovata in quella situazione e, sinceramente, ancora ora non sono arrivata a una soluzione definitiva. Di parte c'è da dire che l'immedesimazione con i due protagonisti è così immediata ed efficace che viene difficile capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, anche quando in fondo al cuore abbiamo il timore o la certezza che le loro azioni non siano proprio giuste e leali. Come ho accennato prima, ho trovato in alcuni punti un rallentamento del racconto, che si è leggermente dilungato troppo, ma ciò non toglie le grandi emozioni che è riuscito a donare. Verso la fine a stento ho trattenuto le lacrime, tanto ero immersa nelle vicende dei due protagonisti, e ancora una volta ho avuto modo di assaporare la sensibilità e la fragilità di questa storia, così piena di sentimento e passione. Oltre a ciò, se anche a una prima lettura il titolo non comunica granché, diventa molto significativo dopo la visione del film, tanto che oserei dire che nulla poteva essere più adatto che “la luce sugli oceani”, che assomiglia quasi al verso di una poesia e quindi rimarca ancora una volta la leggiadria di questo film. Il tutto, poi, è condito da grandi doti attoriali: Michael Fassbender è praticamente uno dei più bravi attori della sua generazione, e non mi ha mai delusa, così come non lo ha fatto qui, dimostrando ancora una volta la sua bravura e la sua immedesimazione nelle parti; così come la bella e brava Alicia Vikander mi ha convinta nel ruolo di Isabel.
Una curiosità: i due attori protagonisti, Michael e Alicia, si sono conosciuti in questo film e hanno poi successivamente iniziato una relazione, culminata con il matrimonio nel 2017. Insomma, la luce sugli oceani è stata la loro fortuna! In più il film è l'adattamento cinematografico del romanzo di M. L. Stedman.