Mae è felicissima quando supera il colloquio e viene assunta da “The Circle” una delle aziende più importanti del mondo, la prima ad avere una tecnologia così avanzata che sembra futuristica. Uno dei punti fondamentali per lavorare in questa azienda è non avere segreti e di conseguenza i dipendenti vengono monitorati sia dentro che fuori lavoro. All'inizio disorientata, Mae capisce che questo lavoro è l'opportunità della sua vita e si impegna quindi al massimo, tanto che diventa una delle migliori collaboratrici neo assunte e, spinta da uno dei soci fondatori, viene incoraggiata a essere un esempio e a rinunciare completamente alla propria privacy, iniziando a vivere la sua vita in un regime di trasparenza assoluta, dove ogni cosa viene registrata e può essere visionata dal mondo intero. Tutto sembra andare per il meglio, almeno finché un fatto drammatico non fa sorgere qualche dubbio sull'effettivo bisogno di vivere una vita dove tutti sanno tutto degli altri.
RECENSIONE
Coinvolgente fin dall'inizio, il tema della privacy mi ha subito incuriosita. Cosa succederebbe se tutte le persone che abitano nel mondo non avessero più un briciolo di privacy? Si comporterebbero meglio? Starebbero più attente a quello che fanno? Sarebbe più semplice catturare i criminali? Queste sono alcune delle domande che nel corso del film troveranno risposta. Ed è appunto il capire cosa potrebbe succedere in uno scenario del genere nella realtà, dove ogni nostra mossa potrebbe essere spiattellata davanti a persone sconosciute e dove ognuno potrebbe farsi liberamente gli affari degli altri, a essere il movente per non perdere questa pellicola. Ebbene sì, lo ammetto, questi film un po' strani con temi discutibili mi intrigano sempre parecchio, e The Circle non fa eccezione. Emma Watson guida il cast, tra cui spunta anche il grande Tom Hanks. Penso proprio che senza Emma probabilmente il film sarebbe stato diverso: c'era bisogno di una brava attrice per dare più volume a una pellicola come questa, e così è stato. Se devo trovare un difetto, penso al finale. L'ho trovato troppo frettoloso, come se il regista avesse avuto fretta di chiudere il tutto. Probabilmente un dieci o anche solo un cinque minuti in più avrebbero fatto la differenza, ma pazienza. In generale, comunque, ho apprezzato ogni cosa, e anche l'aggiunta di un momento drammatico mi è sembrata ottimale e accettabile, in modo da staccare un po' l'attenzione da quello che è l'argomento principale. Guardando il film mi sono più volte chiesta: e se quello che viene rappresentato qui sarà un giorno il nostro futuro? Se tutti decidessero che non avere segreti è il modo giusto per vivere e prosperare? Ammetto che queste domande che mi sono posta mi hanno parecchio preoccupata. Non penso di avere una risposta ragionevole da dare, e più ci penso più ho la certezza che questo film abbia la capacità di creare dubbi facendo riflettere, e mi piace un sacco questa cosa. Un ulteriore punto a favore di The Circle è per l'appunto la sua capacità di far ragionare lo spettatore su questioni delicate, trascinandolo inconsapevolmente in un vortice di idee rivoluzionarie e...futuristiche.
Curiosità: il film è tratto dal romanzo “Il cerchio” di Dave Eggers, uscito nel 2013.