RECENSIONE
Sono passati un bel po' di anni da quel primo episodio pilota di Arrow che ho visto seduta nel mio divano, e mi sento di dire che sono cresciuta con Oliver Queen, e che abbiamo imparato a maturare e migliorarci un po' insieme. La sua crescita personale penso sia una delle più riuscite e interessanti nel panorama televisivo, ma non sono qui per parlarvi della serie in generale, ma voglio dedicare uno spazio a ogni singola stagione, quindi iniziamo l'appuntamento a sfondo “Green Arrow” partendo per l'appunto con la prima, che è sicuramente una delle più belle, dato che ci mostra un Oliver che torna in città dopo essere stato dato per disperso per cinque anni. Scopriamo quindi che non è più il playboy incallito di una volta, non è più quel ragazzo che non sapeva cosa fare nella vita e che amava solo partecipare ai party dei ricchi (lui stesso è un miliardario). No, l'Oliver che ricompare a Starling City è cambiato, è cresciuto, e le violente avventure che ha vissuto su di un un'isola tra virgolette deserta verranno mostrate un pezzettino alla volta durante dei flash back che ci invitano a dare un'occhiata per l'appunto agli anni passati lontano da casa nell'isola di Lian Yu (letteralmente “il purgatorio”) a causa del dirottamento e schianto dello yatch su cui viaggiava. Il bello è che il suo passato da disperso non ci viene mostrato tutto in una volta, ma piano piano, tant'è che viene ripercorso un anno di lontananza alla volta per ogni stagione. Quindi, calcolatrice alla mano, ci vogliono ben cinque stagioni per scoprire finalmente ogni cosa successa negli anni che Oliver ha passato lontano da casa. Dalla sesta stagione, quindi, i flash terminano, sostituiti ogni tanto da altri “thrown back” incentrati su altri personaggi (vedi la settima stagione che reintroduce in grande stile i flash). Comunque, tornato in città, inizierà a combattere il crimine diventando l'incappucciato (è così che la polizia lo chiamerà inizialmente), uccidendo con arco e frecce persone che secondo lui hanno macchiato Starling City. Naturalmente non possiamo, almeno in questa stagione, considerare Oliver un eroe: più che altro è un assassino, un uomo crudo e duro che l'isola ha svezzato e cresciuto. All'inizio la sua opera di depurazione della città sarà svolta in solitario, ma poi si uniranno a lui due persone (mi sto mordendo le dita per non scrivere chi sono, onde evitare spoiler. Se non avete mai visto una puntata di Arrow vi rovinerei davvero la sorpresa) che gli faranno capire che dopotutto lui è anche un essere umano e deve provare a usare il cuore e le sue abilità di arciere non solo per uccidere, ma anche per salvare vite. Naturalmente Oliver non svelerà a nessuno la sua identità segreta (a parte alla sua piccola squadra) e mantenere il segreto davanti a familiari e amici è molto difficile e si andrà così a creare attorno a lui una fitta rete di bugie. Con Arrow ho pianto, mi sono disperata (alla fine della stagione succederà una cosa che segnerà il protagonista per sempre), ma ho anche riso (è indimenticabile la scena in cui Oliver chiede a Tommy, il suo migliore amico, cosa sia il film “Twiligth”, dato che quando era uscito nelle sale lui era sull'isola). La drammaticità delle vicende e la storia personale di Oliver sono alla base di una delle serie più belle mai fatte sui super eroi e personalmente ne sono una fan sfegata, e ne conosco ogni piccolo segreto! I combattimenti, gli attori e l'intensità delle vicende hanno fatto sì che “Arrow” diventasse un punto all'occhiello per ispirare tante altri spin-off basati sugli eroi dei fumetti, creando quello che da tutti viene nominato l'Arrowverse.
Un bonus! Per ogni stagione, il prologo d'apertura degli episodi è differente, cambiando di anno in anno in base a come il protagonista si vede. Quindi ecco quello della prima stagione che apre ogni singolo episodio, narrato dalla voce di Oliver.
«Il mio nome è Oliver Queen. Per cinque anni sono rimasto bloccato su un'isola con un solo obiettivo: sopravvivere. Ora esaudirò i desideri di mio padre in punto di morte: userò la lista di nomi che mi ha lasciato e colpirò tutti quelli che stanno avvelenando la mia città. Per fare questo devo diventare qualcun altro, devo diventare qualcos'altro.»