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Piccole donne

Pubblicato da Laura

Pubblicato il 13-1-2020

Recensioni film
Piccole donne

Uscito nel:

2019

Durata del film:

2 ora e 14 minuti

Regia:

Greta Gerwig

Cast:

Saoirse Ronan: Josephine (Jo) March
Emma Watson: Margaret (Meg) March
Florence Pugh: Amy March
Eliza Scanlen: Elizabeth (Beth) March
Laura Dern: Marmee March
Timothée Chalamet: Theodore (Laurie) Laurence
Meryl Streep: zia March
Tracy Letts: sig. Dashwood
James Norton: John Brooke
Louis Garrel: Friedrich Bhaer

TRAMA

Siamo nella seconda metà del 1800, verso la fine della guerra di secessione e Amy, Jo, Beth e Meg sono quattro sorelle adolescenti povere che con caratteri differenti dovranno approcciarsi alla crescita e maturare, per prepararsi alla vita adulta. Amy vorrebbe diventare una pittrice famosa, Beth ama la musica e le piace suonare il piano, Meg è brava a recitare, mentre Jo, la protagonista, vorrebbe diventare una scrittrice di successo, ma il suo sogno è anche il più difficile e con coraggio non si piegherà a nessun compromesso. Andrà spedita per la sua strada, mettendocela tutta, e anche quando ogni cosa sembrerà perduta, troverà la forza per coltivare il suo spirito iniziale e combatterà per i suoi obiettivi, rifiutandosi di aderire alla società e sposarsi solo perché è una donna. E così faranno anche le sue sorelle, che con impeto tracceranno la loro strada e inseguiranno i loro sogni, sempre senza venire meno ai loro principi e alla loro libertà personale.

RECENSIONE

La prima opera di Greta Gerwig, Lady Bird, mi era piaciuta, anche se non mi aveva fatta impazzire, ma la cosa che più mi aveva colpita era stata la fotografia. Alla seconda volta dietro la macchina da presa, penso che questa regista si sia superata: ho ritrovato la sua particolare predilezione per una precisione fotografica pazzesca, e ne sono rimasta completamente estasiata e ammirata. Se mettiamo dei fermi immagine a Piccole donne, ne escono degli affreschi raffinati, di una bellezza surreale, viva, pulsante, e basta poco per trasformare il film in tante immagini potenti. Vi devo confessare una cosa: sono uscita dal cinema piangendo, ed era da tanto che non mi succedeva di lasciarmi andare a un fiume in piena di copiose lacrime. Le sorelle Meg, Beth e Amy, ma soprattutto Jo March, la protagonista assoluta, mi sono entrate dentro, e hanno lasciato una loro traccia nelle mia anima, senza che io fossi pronta ad accoglierle. Non è difficile intuire, quindi, che questa pellicola mi sia piaciuta tanto, ma veramente tanto. Penso valga la pena di vederla per un sacco di motivi, ma ce ne sono due in particolare che azionano la voglia che questo film non finisca più, e il primo è sicuramente Saoirse Ronan. Non c'è bisogno di spendere mille parole per lei, perché questa attrice è già riuscita a rapirmi il cuore in numerose avventure cinematografiche precedenti, e nel ruolo di Jo ha superato se stessa, donando tanto al personaggio. Si percepisce in modo pazzesco tutta la sua voglia di portare sullo schermo una delle protagoniste letterarie più forti e avvincenti della storia, e questa cosa non sfugge a un attento occhio. Ricordo che in un intervista letta un po' di tempo fa, Saoirse disse di aver percepito nell'aria voci che dicevano che Greta avrebbe diretto un film sulle Piccole donne e quindi si sia precipitata da lei come un tornado, dicendole chiaro e tondo che il ruolo di Jo doveva essere suo e non poteva andare a nessun'altra. Il resto è storia: la regista ci ha pensato su e poi ha scelto proprio questa attrice, e mai è stata presa decisione migliore. E poi c'è Timothée Chalamet, il secondo motivo che ha elevato questo film a qualcosa di diverso. Di lui si nota sempre, in qualsiasi film, il suo fascino eterno, di un altro tempo, e le sue movenze, persino il modo in cui cammina o alza le braccia hanno tutto un altro significato se è lui a farlo, e in questi anni è riuscito a dimostrare quanto la sua bravura può essere applicata a film di qualsiasi genere, e in questo caso, nel ruolo di Laurie, è impareggiabile. Le scene con lui e la Ronan sono arte pura, da museo, da esposizione. Sembra quasi un scherzo, ma è questa la sensazione che ho provato nel vederli insieme, una gara di bravura che mi ha lasciata senza parole, il tutto circondato da un'aura di delicatezza e audacia indescrivibili. È come se in Piccole donne ci fosse un spettacolo dentro lo spettacolo, che lascia spazio solo all'incanto inviolabile che si crea. Il film si snoda su due lassi temporali, sette anni prima (la parte principale) e sette anni dopo (la parte secondaria), in un mix eccezionale e un montaggio stratosferico che ci fa a volte vedere scene simili nel passato e nel presente, ma con tutt'altro significato. Si fa confusione? Assolutamente no, ma ovviamente non bisogna abbassare la guardia o distrarsi, altrimenti si rischia di non capire il contesto della scena, ma è davvero impossibile  dare poca attenzione a questo film d'autore, che se la merita tutta. Naturalmente questa versione di Piccole donne ha tanto di Greta, la regista ha riscritto la sceneggiatura e non ne ha fatto una copia spiaccicata dell'omonimo romanzo di Louisa May Alcott, ma ha saputo arricchirlo rendendo un opera già pazzesca di suo ancora più brillante, dando la possibilità a Piccole donne di emergere ancora di più, se possibile, e lo ha adattato con coraggio ai nostri tempi, senza perderne il fascino ottocentesco ma, anzi, rivendicando quanto l'autrice, con il suo romanzo, voleva raccontare e, anzi, spingendoci verso un avvicinamento della protagonista alla sua creatrice e accostando quindi Louisa e Jo in modo molto palpabile. Sono tante le parti del film che mi hanno emozionata, mi sono rivista nelle quattro sorelle March, e quando Jo scrive con impeto il romanzo che diventerà il futuro Piccole donne, mi sono sentita trascinata dal suo slancio e mi ha lasciato sulla pelle una sensazione indescrivibile. Vedere le sue mani macchiate di inchiostro e le pagine sparse per la mansarda per farle asciugare è un'immagine che ci impiegherà un bel po' di tempo a scollarsi dalla mia mente. Insomma, non mi resta che dire che questa trasposizione cinematografica è riuscita nel suo intento e che Greta sia riuscita a esaltare questo film con grazia, ma anche con vigore, facendolo un po' suo e presentandocelo in tutta la sua bellezza e riuscendo, nei cambiamenti, a mantenere vive queste ragazze come avrebbe voluto anche chi le ha create nel 1868. 


Valutazione:

/ 5

Pubblicato da Laura in data 2020-01-13 00:00:00

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